6%– Cca na vota era tutta campagna - Arci Padova

6%– Cca na vota era tutta campagna

SeiPerCento02Sabato 11 settembre, il Festival AmbienAzioni porta sul palco dei Giardini Sospesi (Bastione Santa Croce) lo spettacolo “6% – Cca na vota era tutta campagna”, scritto e interpretato da Domenico Pugliares.

Continua anche l’Angolo del baratto: lo spazio dello scambio libero, ecologico e gratuito: puoi portare da casa oggetti che non usi più e scambiarli con libri, cd, vestiti e altre cianfrusaglie. Il denaro è bandito!

Per info 049-8805533 –  padova@arci.it

Per prenotazioni 346/5052493

Serata a ingresso libero e gratuito!


Teatro della Cooperativa

6% – Cca na vota era tutta campagna

Scritto, e interpretato da Domenico Pugliares

Regia di Marco Di Stefano

Musiche di Fabio Pavan e Oltre il silenzio
“Sei per cento” è il racconto di un territorio attraverso i ricordi fievoli e leggeri di un bambino attraverso i racconti dei vecchi.
Senza nostalgia, ma solo constatazione di quello che esisteva e che ora non esiste più. Il territorio di Augusta, e con essa Priolo e Melilli, è stato mortificato e avvilito da anni di industria petrolchimica che ha trasformato una delle coste più belle del mondo in un laboratorio a cielo aperto. Questo ha prodotto ricchezza e ha permesso che i figli dei contadini e dei pescatori diventassero operai, i figli degli operai diplomati e i figli dei diplomati “dutturi” … i dutturi de ficu. Ma dopo dutturi cosa c’è? Il conto. Tutto ha un prezzo e il prezzo pagato da questa gente è stato alto, salato, amaro. Quest’area del paese presenta delle percentuali  di bambini nati con difetti congeniti allarmanti: nel 2000 il picco, il 5,6% dei nati.
Ma “6 per cento” non è uno spettacolo di denuncia, non è uno spettacolo di informazione, non vuole smuovere coscienze e nemmeno uno spettacolo contro lo sviluppo e l’industrializzazione.

E’ un grido di dolore, di stupore, di perplessità; è l’urlo di un uomo che ha il destino disgraziato e vigliacco di essere il padre di uno di questi 5,6%. E’ la sua angoscia e il suo dolore che spacca il cervello, ma solo il suo.
La lingua siciliana è padrona, perché il suo ritmo e i suoi colori non possono essere sostituiti con altro e la narrazione si sviluppa senza ansia, questa è solo del padre.

“..sugnu’n campagna e aspetto un pisci, picchi un pisci prima o poi arriva puru’n campagna…”

E’ sempre così, finchè le cose capitano agli altri non ce ne preoccupiamo.

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