Carichi Sospesi - Arci Padova

Carichi Sospesi

al via la rassegna teatrale dei carichi!

VENERDì 19 DICEMBRE alle ore 22.00

Andrea Rigato
presenta
(C’era una volta) UN HOBO IN AMERICA

Un percorso musicale della durata di poco più di un’ora che si colloca nella frontiera tra testimonianze di viaggio (soprattutto personali) e musica di protesta e si snoda seguendo liberamente un itinerario geografico panamericano. Dal Canada alla Terra del Fuoco, Rigato canta in inglese, portoghese e spagnolo (varianti regionali incluse) e pure in italiano, alternando pezzi (più o meno conosciuti) di diversi paesi americani e composizioni proprie scritte nella propria lingua madre ma non solo. Il tutto insistendo su una performance essenziale e agile che ricorda le esecuzioni (realmente unplugged!) dei musicisti e cantastorie girovaghi presenti praticamente in ogni paese del continente e mettendo il dito su alcune delle ferite del Mondo Globalizzato.
Dopo 10 e più anni di attività con i Lake District, Rigato si esibirà in veste di solista (chitarra e voce e armonica e qualcosa in più…) ma non è esclusa la presenza di ospito che potrebbero raggiungerlo sul palco in modi e tempi inaspettati.
Lo spettacolo è liberamente ispirato all’esperienza personale in America Latina tra il 2004 e il 2006.

ingresso euro 5 soloSociArci

SABATO 20 e DOMENICA 21 dicembre alle ore 21.30

ilNaufragarMèDolce
presenta
I FILI DI PENELOPE
di e con Tiziana Scrocca
musiche dal vivo Roberto Mazzoli

Penelope aspetta e tesse un mantello di storie. Inventa il motivo della sua attesa. Tesse, inventa e racconta le storie che allontanano Ulisse, per trattenere il tempo, per allontanare la morte e poi sfila tutto.
Ma Ulisse torna e l’attesa che era sogno diventa il dolore muto della guerra. E lei racconta ancora, fino a che il racconto scioglie quello che non si può dire e rompe la solitudine e ritrova il coraggio e l’orrore e la meraviglia.
Penelope attende Ulisse e per riempire l’ attesa tesse un mantello su cui ricama e intreccia l’ Odissea.
La sua attesa è un azione vitale e piena: ogni giorno immagina una storia sul difficile ritorno di Ulisse, giustificandone così l’assenza e allontanando l’idea della morte.
Ma Ulisse torna, ed è un sopravissuto alla guerra.
L’incontro apre un abisso di solitudine e Ulisse e Penelope si trovano ai due poli estremi.
Penelope, rappresenta un umanità nutrita e difesa con l’ immaginazione e l’affabulazione.
Ulisse, rappresenta un umanità frantumata dall’orrore della guerra e dalla delusione della Storia.
Eppure, entrambi sono necessari l’uno all’altra, entrambi sono necessari ad una società che dimentica e non sa più guardarsi dentro e immaginare un mondo migliore.
“ Tu, Ulisse, hai visto l’orrore che è la guerra!
Io, ho visto con quanta facilità gli uomini scelgono la guerra, senza più vederlo l’orrore!” dice Penelope e invita Ulisse a testimoniare quell’orrore perché gli uomini non lo dimentichino.
Il testo muove da una rielaborazione del mito verso una trascrizione poetica sulle necessità, i motivi intimi e profondi di un impegno civile, inteso come condizione dell’anima che resiste tanto alla violenza, alla negazione dei diritti, quanto all’oblio, al vuoto, alla perdita di legame con la propria e altrui umanità.

NOTE DI REGIA
Il lavoro di regia, cammina di pari passo con il lavoro di scrittura, in quanto il testo si rifà alla tradizione del racconto orale. Penelope è una cantastorie che racconta se stessa. La regia è quindi regia della parola, non c’ è azione, solo piccoli gesti e piccoli movimenti misurati ed essenziali che fungano da evocazione, attraverso la parola, della storia.
Il lavoro di scrittura ha subito quindi diverse modifiche attraverso l’incontro di un pubblico amico e quindi verificando in diverse fasi cosa nel testo era letterario e cosa invece aveva la concretezza e l’immediatezza del racconto orale.
La musica funge da veicolo emotivo dell’azione narrata e recita insieme all’attrice nell’evocazione delle immagini. La musica è anche la scansione del tempo, che nell’attesa è protagonista.

La giuria del Festival ‘Le voci dell’anima’ sesta edizione ha deciso che la voce dell’anima 2008 è
I fili di Penelope
con la seguente motivazione
una straordinaria Tiziana Scrocca, una nuova Nannarella, ci dà, con la sua interpretazione, una rilettura di Omero dove finalmente viene fuori una Penelope deliziosa, popolana e filosofa insieme. Abile tessitrice di regali mantelli ricamati con le trame delle avventure del marito da lei stesse inventate.
Pochi elementi bastano a creare un grande momento di teatro: tre sedie, qualche luce, un sempre gradevole linguaggio vernacolare e un magistrale tessuto musicale firmato da Roberto Mazzoli. Questa è la magia delle voci dell’anima.

ingresso 6 euro
in caso di prenotazione l’ingresso sarà di 5 euro
la prenotazione deve essere effettuata entro le ore 19.30 del giorno stesso a
carichisospesi@libero.it o al numero 049/8762216
SoloSociARCI

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