Arci e la non violenza
Sono le azioni che contano.
I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere,
sono perle false
fintanto che non vengono trasformate in azioni.
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo
Cerca di essere incline al compromesso, non essere sicuro di essere sempre nel vero, anche se il compromesso non può mai darsi sui principi e, non può mai significare tatticismo.
Il fine non giustifica il mezzo.
Non si rinuncia alla lotta violenta per paura, per mancanza di coraggio, ma perché vuoi liberare la lotta dalla violenza: la lotta sarà così uno strumento di crescita e di ricerca della verità, della giustizia e della libertà senza portare dolore e distruzione, come accade a tutto ciò che passa per la violenza.
Non essere coerente ad ogni costo: abbandonare delle idee a volte può significare apprendere cose nuove.
La forza, di per sé, è un elemento neutro, e non avendo ovviamente una personalità, né una volontà propria, dipende da chi la usa e da come la usa.
Il nonviolento non rinuncia alla lotta, ma si adopera a separare i due elementi-momenti di forza e violenza, tenendoli ciascuno al proprio posto, accuratamente.
Si lotta per ristabilire la giustizia, non per creare nuove ingiustizie o per cercare vendette da cui nuove violenze nascerebbero. Nessun fine giustifica la violenza esercitata su altri uomini.
Rispetta il tuo nemico: cerca di comprenderne le ragioni. Solo in questo modo puoi diminuire poco per volta la quantità globale di violenza che viene esercitata quotidianamente nel mondo.
Dal pensiero di Gandhi