Giornata della Terra: Restiamo Umani
In occasione della Giornata della Terra, giovedì 31 marzo alle 20.30 al circolo culturale Carichi Sospesi spettacolo teatrale Restiamo umani di Luca Privitera e Nina Ferretti. La serata è organizzata dalla Comunità Palestinese del Veneto, in collaborazione con Associazione per la Pace, Arci, Incontraci, Donne in Nero, Al Quds, ACS e La Bilancia. Allo spettacolo seguirà un intrattenimento con specialità palestinesi. Ingresso con tessera Arci e contributo di 5,00€.Restiamo umani è uno spettacolo “senza filtri” “senza censura” e “senza parole di convenzione”! ! Restiamo umani per continuare a parlare ancora di Palestina e del problema israeliano Sionista. Restiamo umani perché si possano trovare delle soluzioni etiche e morali, per non dimenticare e per prendere provvedimenti.
Restiamo umani perché nonostante le denunce di molti islamici, di molti ebrei e di molti cristiani la seconda super potenza mondiale continua a sterminare uno dei popoli più stanchi, poveri e distrutti della terra! E questo sotto i nostri occhi.
Restiamo umani perché non è una questione religiosa, ma di umanità, di coraggio, di vera democrazia.
Restiamo umani perché questo non è uno spettacolo che rappresenta il punto di vista di giornalisti o artisti ma di vera e propria vittima del conflitto, Che siano esse ebree che islamiche.
Lo Yom al-Ard o Giorno della Terra per i Palestinesi è il giorno della commemorazione dei caduti negli scontri del 30 marzo 1976. L’esercito israeliano inviò le proprie forze in tre paesi Sachnin, Arraba e Deir Hanna allo scopo di reprimere le manifestazioni iniziate a seguito della decisione delle autorità israeliane di espropriare vasti terreni agricoli per scopi militari , territori che appartenevano agli abitanti di quei paesi. Gli scontri ebbero un esito sanguinoso con 6 giovani vittime. Da allora in tale data si tiene una commemorazione per i caduti, che viene celebrata dai palestinesi d’Israele e nei Territori Occupati per lanciare un messaggio che sia capace di superare i confini con manifestazioni nonviolente che continuano in tutti i villaggi e le città, per raccontare la repressione armata e violenta dell’esercito che con sopruso e abuso, calpesta la terra, la occupa, la snatura, rendendo prigionieri i suoi abitanti.