Porte chiuse. Luci accese sulla cultura
Anche l’Arci aderisce all’iniziativa promossa da Federculture ed ANCI per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti della manovra finanziaria (d.l. 78/2010, conv. l. 122/2010) sul settore culturale.
Venerdì 12 novembre musei, siti archeologici, biblioteche, strutture culturali e dello spettacolo, parchi e riserve naturali chiuderanno in segno di protesta contro la manovra di stabilizzazione finanziaria prevista dal Governo e i suoi effetti nefasti sulla cultura italiana.
La manovra contiene, infatti, un insieme di norme che colpiranno in maniera indifferenziata le attività culturali e la capacità d’intervento pubblico nel settore, mortificando il lavoro delle associazioni e del sistema delle imprese private con effetti finali negativi sui servizi offerti ai cittadini, sull’occupazione, sull’economia dei territori e perdite per l’erario.
Le coseguenze nefaste della legge in questione non si limitano ai tagli alla cultura, che sono comunque consistenti: circa 280 milioni di euro tra tagli diretti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, decurtamento del Fus e dei trasferimenti statali agli enti culturali, riduzioni a carico delle amministrazioni locali che potrebbero pesare sul settore per circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio. L’applicazione degli articoli contenuti nella manovra, si legge nel comunicato stampa dell’iniziativa, “disegnerà un quadro generale nel quale l’intervento pubblico dovrà fare totalmente marcia indietro, rinunciando di fatto alla possibilità di attuare politiche culturali, sia a livello nazionale che regionale e locale”.
Ecco quello che ci aspetta:
- le amministrazioni pubbliche non potranno spendere per l’organizzazione di mostre più del 20% di quanto speso nel 2009. Ciò equivale a un taglio dell’80% delle risorse disponibili;
- gli organi di amministrazione e quelli di controllo di tutti gli enti pubblici e gli organismi pubblici non potranno avere più di cinque componenti . Ciò ostacola gravemente la partecipazione dei privati stessi alla gestione e al finanziamento delle aziende culturali;
- i Comuni sotto i 30mila abitanti sono obbligati a sciogliere le società da loro stessi costituite.
Si arresterà in questo modo il processo di modernizzazione e di crescita dell’intero settore, ledendo così il diritto all’accesso alla conoscenza e la promozione dell’innovazione.
L”iniziativa del 12 novembre 2010 “Porte chiuse, luci accese sulla cultura” consisterà nella chiusura dei siti culturali (musei, aree archeologiche, monumenti, sedi espositive) e nella sospensione di eventi e spettacoli al fine di richiamare l’attenzione dei cittadini e della stampa. In questo modo Federculture e la sua rete associativa intendono coinvolgere nel modo più ampio possibile il mondo della cultura nella protesta e sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale e internazionale sullo scenario futuro della cultura nel nostro Paese.
Decine di città, musei, teatri, hanno aderito a questa iniziativa che mette in evidenza il drammatico momento che stanno vivendo le politiche culturali nel nostro Paese.
Per questo l’Arci e l’Ucca hanno deciso di aderire a questa giornata di mobilitazione.
Sul sito di Federculture è possibile visionare lo spot di presentazione dell’iniziativa.