Ddl INTERCETTAZIONI
CONTRO I TAGLI E I BAVAGLI
ALLA CONOSCENZA E ALLA CULTURA
NO AL DDL INTERCETTAZIONI, NO AL SILENZIO DI STATO
Il 1° luglio 2010 a Roma, dalle ore 17, in piazza Navona
Una grande mobilitazione per dire no al disegno di legge Alfano, che ostacola il lavoro di magistrati e giornalisti e rende i cittadini meno sicuri e meno informati; per dire no ai tagli alla cultura italiana previsti dalla manovra economica.
Una manifestazione per far sentire che non può essere sottratto al Paese il racconto di vicende giudiziarie di rilievo pubblico, pur nel rispetto del diritto delle persone alla riservatezza; per respingere gli interventi punitivi ai danni della produzione culturale e salvaguardare il diritto dei cittadini alla conoscenza; per contrastare il pericolo di chiusura di testate giornalistiche colpite dall’indiscriminata riduzione dei fondi pubblici; per tenere accese le luci dei media sul mondo del lavoro e sui drammatici effetti della crisi.
Un’iniziativa a difesa della Costituzione, per dare voce ai tanti soggetti e temi che rischiano l’oscuramento.
Col Ddl intercettazioni
l’Italia è un Paese meno libero e meno democratico
Il fronte della protesta, amplissimo e trasversale, non è per ora riuscito a bloccare il Ddl sulle intercettazioni, che ieri ha fatto un altro passo in avanti verso l’approvazione definitiva ottenendo la fiducia al Senato.
Giuristi, editori, giornalisti, sindacati, associazioni, magistrati hanno con forza denunciato come questa legge, se venisse approvata in via definitiva, assesterebbe un colpo mortale al diritto di cronaca, e imporrebbe a magistratura e polizia vincoli tali nell’utilizzo di questo importante strumento di indagine da limitarne la capacità investigativa, col risultato di rendere più probabile l’impunità per chi commette un crimine.
I rigidi vincoli procedurali, organizzativi e disciplinari finirebbero infatti per scoraggiare i magistrati a ricorrere alle intercettazioni, anche nei pochi casi ammessi.
In un momento come questo, in cui la vita pubblica risulta gravemente inquinata dalla corruzione, il Ddl otterrebbe lo scopo di garantire l’immunità per i potenti che continuerebbero a perseguire i loro interessi al riparo da qualsiasi controllo, della magistratura come dell’opinione pubblica.
Limitando infatti la libertà degli organi d’informazione di rendere noti i contenuti delle intercettazioni o gli atti dei processi, col rischio di sanzioni molto pesanti, i cittadini vedrebbero violato il loro diritto a essere informati e a crearsi liberamente un’opinione.
Si tornerebbe al sistema delle autorizzazioni e censure, contro il quale i nostri costituenti stabilirono un argine con l’articolo 21 della Carta. E oggi anche la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, assurta dal 2001 a livello costituzionale, contiene disposizioni precise atte a garantire la libertà di stampa, di cui ammette restrizioni e sanzioni solo quando vanno a tutelare “esigenze di sicurezza e ordine pubblico”, che ovviamente con questo disegno di legge nulla hanno a che fare.
Stiamo diventando un Paese sempre meno democratico e per fortuna questa consapevolezza è ormai largamente diffusa.
E’ in atto una vera e propria ‘rivolta’ che si esprime in mille forme, dalla mobilitazione di piazza alle prime pagine bianche o listate a lutto dei quotidiani in edicola.
L’Arci è solidale con tutte le iniziative di denuncia e protesta e parteciperà alle manifestazioni promosse localmente e a livello nazionale.