Sarajevo, BiH – Storie da un dopoguerra
Giovedì 29 marzo alle 20.45, alla sala Fronte del Porto di via S. Maria Assunta, nell’ambito della rassegna “Jugoslavia, vent’anni da ex”, sarà proiettato il documentario “Sarajevo, BiH – Storie da un dopoguerra” di Emanuele Cicconi.
Sarajevo, BiH prende lo spunto per raccontare tre storie esemplari: il Museo d’Arte Contemporanea di Sarajevo “Ars Aevi” di Enver Hadziomerspahić, Obrazivanje Gradi BH di Jovan Divjak, la Cooperativa “Insieme” di Rada Zarković e Skender Hot. A guerra appena finita, quasi nessuno avrebbe potuto immaginare una cosa del genere: in Bosnia-Erzegovina ( Bratunac, pochi chilometri da Srebrenica) esiste un posto dove lavorano insieme donne i cui mariti, figli, padri o fratelli sono stati uccisi da opposti nazionalismi. Eppure, non solo la Cooperativa “Insieme – Zajedno” esiste, ma si consolida e cresce. Il mondo della realpolitik è capovolto e fuori dalla propaganda di guerra, che continua anche in pace a difendere interessi privati, i ruoli si ridefiniscono. Ricordare è fondamentale, ma la memoria può non essere neutrale. Si può usare per alimentare l’odio o per combatterlo. La scelta è netta: riconoscere il proprio dolore in quello degli altri è difficile, ma non impossibile.
Sarajevo, BiH prende lo spunto per raccontare tre storie esemplari:
il Museo d’Arte Contemporanea di Sarajevo “Ars Aevi” di Enver Hadziomerspahić,
Obrazivanje Gradi BH di Jovan Divjak,
la Cooperativa “Insieme” di Rada Zarković e Skender Hot.
A guerra appena finita, quasi nessuno avrebbe pSarajevo, BiH prende lo spunto per raccontare tre storie esemplari: il Museo d’Arte Contemporanea di Sarajevo “Ars Aevi” di Enver Hadziomerspahić, Obrazivanje Gradi BH di Jovan Divjak, la Cooperativa “Insieme” di Rada Zarković e Skender Hot. A guerra appena finita, quasi nessuno avrebbe potuto immaginare una cosa del genere: in Bosnia-Erzegovina ( Bratunac, pochi chilometri da Srebrenica) esiste un posto dove lavorano insieme donne i cui mariti, figli, padri o fratelli sono stati uccisi da opposti nazionalismi. Eppure, non solo la Cooperativa “Insieme – Zajedno” esiste, ma si consolida e cresce. Il mondo della realpolitik è capovolto e fuori dalla propaganda di guerra, che continua anche in pace a difendere interessi privati, i ruoli si ridefiniscono. Ricordare è fondamentale, ma la memoria può non essere neutrale. Si può usare per alimentare l’odio o per combatterlo. La scelta è netta: riconoscere il proprio dolore in quello degli altri è difficile, ma non impossibile.otuto immaginare una cosa del genere: in Bosnia-Erzegovina ( Bratunac, pochi chilometri da Srebrenica) esiste un posto dove lavorano insieme donne i cui mariti, figli, padri o fratelli sono stati uccisi da opposti nazionalismi.
Eppure, non solo la Cooperativa “Insieme – Zajedno” esiste, ma si consolida e cresce. Il mondo della realpolitik è capovolto e fuori dalla propaganda di guerra, che continua anche in pace a difendere interessi privati, i ruoli si ridefiniscono.
Ricordare è fondamentale, ma la memoria può non essere neutrale. Si può usare per alimentare l’odio o per combatterlo. La scelta è netta: riconoscere il proprio dolore in quello degli altri è difficile, ma non impossibile.